mercoledì 15 maggio 2013

Multiparodia


Il 22 giugno 2013, al Palermo Pride, Rosario Crocetta celebra il matrimonio simbolico tra Franco Franchinstain, Ordinario di Ostetricia e Ginecologia all’Università di Palermo, ed il nobile rumeno Dracuciccio Ingrassia, Ordinario di Medicina Legale alla medesima università.

“Quando e dove vi siete conosciuti?”, chiedono i giornalisti.

“Nel 1944 a Praga,” risponde Dracuciccio, e Franchinstain aggiunge: “Avevo già trentott’anni, ma mi sono innamorato come un ragazzino.”

“Lei ha 105 anni?!? Non ne dimostra più di 45!”, risponde sbalordito un cronista, ed i due cominciano a narrare la loro vita.

Franco Franchinstain si era laureato in Medicina e Chirurgia nel 1933 a Palermo, e specializzato in Ostetricia e Ginecologia nel 1937. Tutti predicevano che avrebbe avuto un radioso avvenire, perché le donne provavano per lui una grande fiducia scevra da tensione erotica – l’ideale per un medico a cui affidare i propri segreti più intimi.

Ma Franchinstain voleva diventare professore, e vinse il concorso a cattedre all’Università di Scholomance, presso Sibiu in Romania. Si trattava dell’università del demonio, dedita a ricerche segrete, e quella di Franchinstain era creare una vita artificiale.

Come spiegò in un articolo di cui sopravvivono solo poche copie delle 500 originarie, perché stampato su carta che si autodistrugge dopo la lettura, lui non apprezzava che ai pochi minuti che bastavano ad un maschio per creare una vita le donne aggiungessero nove mesi – bisognava accelerare il processo o sostituirlo integralmente.

A Scholomance Franchinstain venne a sapere che nel 16° secolo un certo Maharal di Praga era arrivato molto vicino all’obbiettivo creando un mostro d’argilla chiamato Golem.

Muoversi da Sibiu a Praga durante la Seconda Guerra Mondiale non era facile, ma Franchinstain sapeva come corrompere le SS (non c’è omofobo peggiore di chi non vuole ammettere di essere una checca persa), e riuscì a raggiungere l’Altneu-Synagoge ed a trovare il Golem nascosto nella sua Genizah, il deposito delle vecchie carte.

Come portarlo via sotto il naso dei nazisti? Il caso volle che quella notte fosse morto il rabbino capo di Praga, e la tradizione vuole che un alto dignitario venga sepolto insieme con le carte della Genizah – quindi avrebbero portato una bara nella sinagoga per riempirla di carte, e con un po’ di fortuna Franchinstain sarebbe riuscito a farci stare dentro anche il Golem.

Ed il corpo del rabbino capo? Franchinstain si era già dimostrato capace di animare dei corpi assemblati con parti di cadavere – rianimare un defunto sarebbe stato molto più semplice del convincerlo a nascondersi non solo dai nazisti ma anche dai familiari fino a sepoltura avvenuta.

Il defunto era Dracuciccio Ingrassia, di una famiglia di nobili rumeni convertitasi all’ebraismo, che aveva studiato non solo materie rabbiniche in una yeshivah, ma anche Legge all’Università di Scholomance – l’unica in Romania che allora accettasse studenti ebrei.

Rianimarlo fu facile, ma ne fece un “non morto”, con un tremendo problema di coscienza: come fa un vampiro a vivere succhiando sangue, cosa vietata dalla religione ebraica?

“Potresti succhiare un’altra cosa,” osservò Franchinstain, “che però è severissimamente vietata, mentre il sangue in caso di emergenza si può mangiare.”

Dracuciccio era vedovo, non si era risposato perché aveva il medesimo orientamento sessuale di Franchinstain, rise della battuta, e trovò il cavillo che gli consentì di nutrirsi di quello che gli era stato appena proposto – dando così inizio ad una bella relazione.

Quando vennero i parenti di Dracuciccio e tutta la comunità ebraica a vegliare il corpo, ebbero la sorpresa di trovare lui vivo che ringraziava pubblicamente Franchinstain per aver diagnosticato la morte apparente che aveva invece gabbato i migliori medici di Praga.

“E della bara che facciamo, rabbino?”, chiese il Presidente della Comunità, e Dracuciccio gli rispose: “Approfittiamo dell’occasione per liberare la Genizah dalle cartacce. Seppellitela.”

Così il Golem fu sepolto, e Dracicuccio propose a Franchinstain di rimanere a Praga come medico della comunità – ricordandogli che ai medici ebrei era proibito avere pazienti ariani, ma non il contrario.

Franchinstain non voleva rischiare di perdere la cattedra, ma mantenere in vita Dracuciccio con regolari somministrazioni di … era più importante, per cui acconsentì; la fama di Franchinstain attirò l’attenzione del dottor Mengele, ma Franchinstain ebbe il buon senso di non rendersi suo complice.

Finita la guerra, sarebbe stato possibile sia disseppellire il Golem, che tornare all’Università di Scholomance – tantopiù che si era liberata una cattedra di Medicina Legale e delle Assicurazioni, che Dracuciccio avrebbe potuto vincere facilmente.

Ma arrivò il comunismo, che in Romania chiuse l’Università di Scholomance, costringendo Franchinstain e Dracuciccio a cercare un altro lavoro, ed in Cecoslovacchia rese molto difficile a tutti l’espatrio.

Una scappatoia c’era: Stalin aveva ordinato ai cecoslovacchi di fornire armi agli israeliani che combattevano gli eserciti arabi che avevano invaso la Palestina mandataria, ed il modo più usato per contrabbandarle era chiuderle in una bara da mandare all’aeroporto di Lod (quello che ora si chiama Ben Gurion) con documenti falsi.

Franchinstain voleva studiare il Golem, ma Dracuciccio argomentò che, ora che era stato finalmente ritrovato l’incantesimo per ridestarlo, conveniva mandarlo in Israele ad aiutare chi coraggiosamente combatteva per l’indipendenza – bastava mettere la sua bara in mezzo a quelle con le armi, e laggiù avrebbero fatto il resto.

Franchinstain acconsentì, ma voleva tornare a Palermo con quello che era diventato il compagno della sua vita, e Dracuciccio ammise che era un serio problema, visto che gli avevano levato il passaporto.

Una sera morì una cameriera siciliana a Praga e, visto che somigliava molto a Franchinstain, lui fece credere alle autorità cecoslovacche che fosse sua zia, e che voleva essere lui a portarla a Palermo dentro la bara.

Tutto sarebbe andato bene, se a Palermo il prete che celebrava il funerale non si fosse messo a recitare il “De Profundis”, cioè il Salmo 129/130; pur recitato in latino anziché in ebraico, era comunque quello che mancava all’incantesimo per ridestare il Golem, che era finito nella tomba diretta a Palermo, e che avrebbe dovuto invece contenere Dracuciccio.

Quello che non fecero i bombardamenti americani a Palermo lo fece quella sera il Golem, prima che Franchinstain riuscisse ad arrampicarsi sulla sua schiena e raggiungere la fronte su cui era scritta la parola ebraica “Emèt = Verità”, per cancellarne una lettera trasformandola in “Mèt = Morto”, ed immobilizzare così il Golem.

Dracuciccio era invece finito in Israele, e si trovò in prima linea a combattere contro gli arabi; fu perfino tra coloro che tentarono di espugnare la città antica di Gerusalemme facendo esplodere una bomba contro le mura – ma una bomba va seppellita, non semplicemente poggiata ad un edificio se lo si vuol far crollare, ed il tentativo fallì.

A Dracuciccio fu offerta una sinagoga a Tel Aviv, ma lui non poteva vivere a lungo lontano da Franchinstain (specialmente se voleva rimanergli fedele), e non appena possibile tornò a Palermo.

L’unico cruccio che rimaneva ai due era quello di trovare una moglie al Golem, e Franchinstain la creò – i pochi che l’hanno potuta vedere dicono che somiglia a Maria Grazia Cucinotta.

FINE

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