lunedì 27 giugno 2011

Judith Butler ministro dell'interno!


Giovedì 23 Giugno 2011 è accaduto a Gerusalemme quello che è descritto in quest’articolo:

  1. http://www.haaretz.com/print-edition/news/israeli-justice-minister-assimilation-of-diaspora-jews-fulfills-hitler-s-vision-1.369613
La cosa più importante non mi pare tanto la previsione apocalittica del ministro della giustizia Yaakov Neeman, secondo cui l’assimilazione starebbe realizzando i sogni di Hitler, ovvero la distruzione degli ebrei come popolo (temo che Hitler risponderebbe che lui voleva distruggere le persone ebree, che è ben altra cosa), quanto il fatto che Eli Yishai, ministro dell’interno, si sia sognato di dire:

(quote)

Yishai also said that ten years ago, a study was published in the United States showing "the Jewish gene" was passed along the maternal line, affirming the ancient halakhic line of Jewishness passing along the maternal line. This remark was met with sneers from the audience.

(traduzione)

Yishai ha anche detto che dieci anni fa fu pubblicato uno studio negli Stati Uniti che mostrava che “il gene ebraico” veniva trasmesso in linea materna, confermando l’antica posizione halakhica per cui l’ebraicità si trasmette in linea materna. Questo commento ha suscitato l’ilarità del pubblico.

(unquote)

Ogni popolo cerca di dimostrare di essere diverso dagli altri, e la tentazione di tutti è quella di “essenzializzarsi”, ovvero di dimostrare che una particolare proprietà (positiva, magari) è esclusiva di un popolo, e se si riesce a dimostrare che questa proprietà è innata in chi appartiene a quel popolo, e non è solo un risultato dell’educazione, si è convinti di aver fatto tombola.

Come mostrano questi articoli della “Jewish Encyclopedia”, pubblicata tra il 1901 ed il 1906:

  1. http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=1573&letter=A
  2. http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=616&letter=P
Anche gli ebrei (come tutti gli europei dell’epoca) hanno ceduto a questa tentazione – quella di ritenersi una razza, da mantenere pura evitando i matrimoni misti; va detto che in quegli anni Adolph Hitler era solo uno studente scapestrato, e nessuno avrebbe potuto prevedere a che cosa poteva portare il razzismo istituzionalizzato.

Ora lo sappiamo, e diventa sempre più difficile considerare semplici curiosità scientifiche studi come quelli di cui si parla qui:

  1. http://www.slate.com/id/2177228/
  2. http://www.cohen-levi.org/jewish_genes_and_genealogy/jewish_genes_-_dna_evidence.htm
  3. http://blogs.discovermagazine.com/80beats/2010/06/04/despite-the-diasporas-jewish-genes-worldwide-show-ancient-connections/
  4. http://media.www.yuobserver.com/media/storage/paper989/news/2008/11/24/ScienceAndHealth/Jewish.Genes.Do.They.Exist-3560009.shtml
  5. http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/10/29/AR2007102902094.html
  6. http://www.nytimes.com/2005/06/03/science/03gene.html?pagewanted=1
oppure complimentarsi con il laboratorio di analisi genetiche che ha permesso di identificare 17 scheletri in fondo ad un pozzo a Norwich, Inghilterra, come le vittime ebree di un pogrom:

  1. http://www.bbc.co.uk/news/uk-13855238
perché ci si trova poi a dover digerire non solo Eli Yishai, ma anche Dov Lior, di cui parla questa pagina:

  1. http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4087844,00.html
Dov Lior è il rabbino di Kiryat Arba, un insediamento nei pressi di Hebron, ed oggi, 27 Giugno 2011 – 25 Sivan 5771, è stato arrestato (ma dopo l’interrogatorio rilasciato) per essersi rifiutato di presentarsi in tribunale e rispondere alle domande della procura su un libro, “Torat ha-Melekh = L’insegnamento del Re”, che non era altro che una raccolta di brani di opere halakhiche che spiegavano in quali circostanze un ebreo può uccidere un non-ebreo senza rimorso.

Anche in uno “stato ebraico” come Israele ci si rende conto che la religione ebraica non può essere usata per legittimare la crudeltà e la discriminazione, ma diverso tempo prima di essere arrestato Dov Lior si è permesso l’incredibile lusso di dire che nella fecondazione artificiale eterologa di donne ebree non bisogna usare il seme di un non-ebreo (come invece consiglia la maggior parte dei rabbini, a partire da Moshe Feinstein z.l., perché dà meno complicazioni halakhiche), ma di un ebreo, perché i non-ebrei generano secondo Dov Lior una prole crudele e barbara.

Questa dichiarazione è perfettamente in linea con quel libro – per lui gli ebrei non sono solo irrimediabilmente diversi, ma anche indiscutibilmente superiori; qui leggete la dichiarazione come è stata riferita da Yedioth Ahronot, e poi un feroce commento:

  1. http://www.ynetnews.com/Ext/Comp/ArticleLayout/CdaArticlePrintPreview/1,2506,L-4006385,00.html
  2. http://www.richardsilverstein.com/tikun_olam/tag/dov-lior/
A mio avviso, però, il commento di Richard Silverstein è troppo semplicistico. Non so quanto Dov Lior ne sappia di genetica, ma io (pur avendo una laurea in psicologia anziché biologia) noto che i genetisti stanno ora cominciando ad indagare su cluster [raggruppamenti] di geni che codificano tratti comportamentali complessi, che si esprimono in misura maggiore o minore interagendo con l’ambiente.

Casi tipici sono tratti negativi come alcuni disturbi psichici, positivi come l’intelligenza, o neutri come l’orientamento sessuale (per i curiosi, pare che esso sia ereditario al 50%). Non è quindi impossibile che un gruppo di genetisti con adeguate risorse e grande determinazione possa col tempo stabilire quale (o quali) combinazioni genetiche possano codificare il “temperamento ebraico”, o, per dirla con alcuni rabbini ortodossi, la “neshamah yehudit = anima ebraica” – supposto che questi concetti abbiano un senso in ambito extrareligioso.

Poiché i geni di un cluster possono essere ereditati separatamente, questa scoperta renderebbe possibile rispondere sì o no ad una domanda di conversione in modo inequivoco: basterebbe fare l’analisi genetica del candidato – se si rinviene uno dei cluster “kasher = approvati”, allora lui è un ebreo nato per caso in una famiglia gentile, e va convertito perché si è riscontrata in lui la “neshamah yehudit”, altrimenti, la domanda va respinta con cortesia, ma anche inflessibile fermezza, perché l’analisi genetica non lascia spazio a ripensamenti.

Una genetica simile sarebbe compatibile sia con le sparate di Dov Lior sia con l’empirica osservazione che le conversioni all’ebraismo non sono mai mancate, ed hanno per forza di cose introdotto dei geni estranei al “pool” originario; ha senso però un ebraismo fatto così, in cui tutto un modo di vivere viene ridotto all’epifenomeno di una configurazione genetica?

Penso di no – penso invece che non sia un caso che l’autrice del filone più promettente delle “teorie queer”, che rifiutano di accettare il “genere” come il semplice corrispondente sociale del “sesso”, ed anzi avvertono che noi interpretiamo delle configurazioni anatomiche come “maschili” o “femminili” proprio perché la società occidentale ha scelto di organizzarsi secondo due generi, sia l’ebrea Judith Butler.

Penso che se Judith Butler fosse ministro dell’interno al posto di Eli Yishai, direbbe che non è ebreo chi ha un’essenza ebraica, ma ebreo è chi si comporta come se fosse ebreo – ammettendo senza problemi che il “comportamento ebraico” è cambiato molto nel corso dei secoli, e non si può ricondurre all’avere o manifestare un’”anima ebraica”; tutto questo a prescindere ovviamente dal fatto che in un paese come si deve lo stato non deve conoscere l’affiliazione religiosa dei cittadini.

Non sarebbe una rivoluzione – sarebbe un ritorno ai primi tempi dell’esistenza dello stato d’Israele, quando Ben Gurion disse: “Chiunque sia abbastanza _meshugge_ [pazzo] da dichiararsi ebreo è ebreo”. Ed una dimostrazione del potenziale rivoluzionario delle “teorie queer”.

Ciao, RL

The Science of Evil / Simon Baron-Cohen

Lo ammetto: ho subìto una diagnosi di "disturbo della personalità borderline", e perciò le recensioni che ho cominciato a leggere due settimane fa del libro:

mi hanno indisposto abbastanza per convincermi a leggerlo. Ne è valsa la pena, ma avverto che il libro va letto per intero, altrimenti si rischia di fraintenderlo, ed ora vi spiego perché.

Simon Baron-Cohen è uno psichiatra famoso per i suoi studi sull'autismo (Sacha Baron-Cohen, l'attore diventato famoso con il personaggio di "Borat", è suo cugino), ed in questo "spettro" di disturbi lui ha rinvenuto come caratteristica principale la mancanza di empatia - l'empatia è la capacità di percepire gli stati d'animo altrui (empatia affettiva) e reagire in modo appropriato (empatia cognitiva).

Il titolo e sottotitolo del libro si possono così tradurre in italiano: "La scienza del Male: sull'empatia e le origini della crudeltà", e Simon Baron-Cohen lo ha scelto perché ritiene che i crimini, dai più lievi (ingiuria verbale) ai più gravi (genocidio) nascano da una mancanza di empatia, transitoria o permanente, che ci permette di trattare le altre persone come oggetti - e gli oggetti che non servono o sono d'impaccio possono essere rotti o distrutti senza rimorso.

Secondo Simon Baron-Cohen, ci sono almeno tre sindromi psichiatriche in cui la mancanza di empatia è esclusivamente dannosa, e perciò lui le chiama condizioni "Zero Negativo", ed una in cui la mancanza di empatia può essere controbilanciata da un incredibile talento, e perciò la chiama "Zero Positivo".

La condizione "Zero Positivo" è data dai disturbi dello spettro autistico, di cui la condizione a miglior funzionamento, in cui il talento non è impacciato da disturbi del linguaggio o del comportamento, è chiamata "Sindrome di Asperger" - ne ho già parlato qui.

Le condizioni "Zero Negativo" sono date da tre disturbi di personalità: "Disturbo Borderline di Personalità", "Psicopatia (una forma grave di Disturbo Antisociale di Personalità)", "Disturbo Narcisistico di Personalità".

Mi permetto di osservare una cosa su queste tre condizioni: Simon Baron-Cohen le ha descritte scegliendo tre casi paradigmatici, ovvero assai gravi, in modo che anche un profano si rendesse conto di che cosa significa avere questi disturbi per il paziente - e, va detto, anche per chi lo circonda.

In realtà molti casi sono più lievi (la "psicopatia" invece è per definizione una forma grave), ed anche se è avvertibile un "disturbo", ciò non vuol dire che in essi il funzionamento sociale sia completamente compromesso, oppure che l'empatia sia letteralmente azzerata; nel caso particolare del disturbo di personalità borderline, si è notato che l'empatia affettiva può essere ben superiore alla media (ovvero il paziente comprende molto meglio dei non-disturbati le emozioni altrui), ma quella cognitiva (ovvero la capacità di reagire in modo adeguato a codeste emozioni) può essere disarmantemente bassa - quanto basta per mettere il paziente in situazioni incresciose.

Per quanto riguarda le condizioni Zero Positivo, Simon Baron-Cohen dice che sono caratterizzate da una grande capacità di individuare le regolarità (in inglese "pattern") nel mondo naturale ed ideale, il che li rende spesso ineguagliabili in molti campi della scienza; poiché però non c'è altrettanta regolarità nel mondo sociale, e non hanno un'empatia che li aiuti, nei rapporti sociali si perdono.

Però è raro che le persone autistiche compiano crimini, secondo Simon Baron-Cohen, perché proprio il loro incessante ragionare li porta a creare un codice morale molto sofisticato, che pur non partendo dall'empatia, giunge comunque al rispetto per l'altro; inoltre, le persone autistiche danno un enorme valore alla verità, tanto da non essere capaci di dire "le bugie bianche", e da diventare spesso i "whistleblowers", cioè le persone che denunciano a gran voce la violazione di una regola.

Alcuni criminali sessuali sono persone autistiche (un caso lo cita anche Simon Baron-Cohen), in quanto non riescono letteralmente a capire un no che non sia inequivocabile, e non hanno idea di come si creano le relazioni umane; però risulta difficile immaginarsi un Asperger nel ruolo di Talat Pasha (il coordinatore del genocidio degli armeni) o di Adolf Eichmann (l'organizzatore della Soluzione Finale).

Essi avrebbero infatti capito subito che i pretesti con cui i turchi od i nazisti volevano giustificare i genocidi erano delle menzogne, sarebbero stati relativamente immuni dai pregiudizi antiarmeni ed antisemiti dei loro connazionali (così come lo sono da quelli omofobici), ed il loro codice morale razionale li avrebbe indotti a bloccare i genocidi, anziché dirigerli.

Ho detto che il libro va letto per intero: infatti, quando parla delle condizioni "Zero Negativo", Simon Baron-Cohen parla solo delle concause ambientali, e solo in seguito parla anche degli studi che mostrano che ci sono delle cause genetiche, e di come lui sta indagando proprio sulla genetica dell'empatia - se uno non legge tutto il libro, può credere che le concezioni di Simon Baron-Cohen siano rimaste ferme a trenta-quarant'anni fa, quando di ogni disturbo psichico si riconosceva come unica causa una famiglia disfunzionale.

Un punto debole che Simon Baron-Cohen ammette nel libro senza riuscire a superarlo è che i suoi studi finora spiegano solo la mancanza di empatia generalizzata, non la mancanza di empatia verso alcune persone e non altre; tipico caso sono stati i nazisti che massacravano gli ebrei e si prendevano cura dei propri familiari, ed oggi molti omofobi sono un esempio altrettanto tipico di mancanza di empatia verso un gruppo di persone.

Questo problema attualmente è affrontato meglio dalla psicologia sociale che dalle neuroscienze - ci vorranno, penso, diversi decenni per capire come un pregiudizio od un'ideologia possano "spegnere" le aree del cervello che fanno parte del "circuito dell'empatia" e trasformare una persona sana ed equilibrata in un genocida od omo-cida.

Ciao, RL