domenica 27 giugno 2010

Gay e lesbiche in psicoterapia

Gay e lesbiche in psicoterapia

Gli ultimi eventi in Israele ed Italia (e le stupidaggini scritte da bigotti di varie religioni, tra cui quest'articolo) mi hanno indotto a ripescare questa mia vecchia recensione del libro "Gay e lesbiche in psicoterapia" (Raffaello Cortina Editore), scritto con lo scopo di chiarire le idee e sfatare molti pregiudizi tuttora diffusi tra i professionisti della salute mentale.

Il primo dei pregiudizi è che l'omosessualità sia la conseguenza dell'essere cresciuti in una famiglia disfunzionale; in realtà, da numerose inchieste svolte, risulta che le famiglie in cui cresce una persona omosessuale non appaiono migliori o peggiori di quelle in cui cresce una persona eterosessuale.

Non si sa se ci sia di mezzo una predisposizione biologica; nel libro si cita il caso di una persona che aveva sviluppato un orientamento omosessuale in conseguenza di un abuso infantile, orientamento che è stato messo in forse da una terapia volta ad affrontare le conseguenze di quell'abuso (non a cambiare l'orientamento sessuale del soggetto!), ma sembra si tratti di casi non troppo frequenti, e che il clinico attento può distinguere da quello di chi ha un orientamento omosessuale più genuino.

Altro pregiudizio è che gli omosessuali siano psichicamente meno sani e meno adeguati degli altri, e soprattutto, meno capaci di stabilire rapporti umani profondi ed autentici. Anche questo pregiudizio è stato smentito; ciò di cui gli omosessuali soffrono in misura maggiore degli eterosessuali è dovuto alle conseguenze della stigmatizzazione sociale.

Ulteriore pregiudizio, corollario del precedente, è che gli omosessuali siano incapaci di essere buoni genitori; invece, i loro figli, biologici od adottivi, e comunque concepiti, non appaiono migliori o peggiori, o più propensi all'omosessualità, dei figli di genitori eterosessuali.

Se nel 1973 l'Associazione Psichiatrica Americana ha espunto l'omosessualità dal novero delle malattie psichiatriche, non è stato per "pressioni politiche", ma perché le ricerche fatte fino ad allora, e confermate finora, mostravano che l'omosessualità non aveva nessuna delle caratteristiche delle sindromi psichiatriche: non coarta né l'intelletto né l'affettività, non impedisce di avere rapporti sociali e di lavoro soddisfacenti.

Vi traduco questo documento dell'Associazione Psichiatrica Americana:

(quote)

Appoggio al riconoscimento legale del matrimonio civile tra persone del medesimo sesso

PRESA DI POSIZIONE

Approvata dall'Assemblea nel Maggio 2005

Approvata dal Consiglio d'Amministrazione nel Luglio 2005

"I documenti politici sono approvati dall'Assemblea e dal Consiglio d'Amministrazione dell'APA ... Sono prese di posizione che definiscono la politica ufficiale dell'APA su argomenti specifici" (Manuale operativo APA).

Come medici che di frequente vagliano l'impatto delle relazioni sociali e familiari sullo sviluppo infantile, e l'abilità degli adulti e dei bambini di affrontare lo stress e la malattia mentale, gli psichiatri notano l'invariabilmente positiva influenza di un rapporto di coppia stabile tra gli adulti sulla salute di tutti i membri della famiglia. I rapporti familiari e coniugali sostenuti ed impegnati sono le pietre angolari della nostra rete di sostegno sociale quando affrontiamo le sfide della vita, tra cui la malattia e la perdita. C'è ampia prova che un sostegno coniugale e familiare a lungo termine migliori la salute fisica e mentale a tutti gli stadi di sviluppo.

Questa presa di posizione riguarda il riconoscimento legale del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso, non del matrimonio religioso, e non si occupa dell'opinione di una qualsiasi comunità religiosa sul matrimonio tra persone dello stesso sesso.

I rapporti eterosessuali hanno una cornice legale in cui porsi grazie al matrimonio civile, che dà una forza stabilizzatrice. Negli Stati Uniti, con l'eccezione del Massachussets, alle coppie omosessuali sono ora negati gli importanti benefici giuridici, i diritti e le responsabilità del matrimonio civile. Pertanto le coppie omosessuali subiscono diversi tipi di discriminazione sancita dallo stato che può nuocere alla stabilità della loro relazione ed alla loro salute mentale.

I figli di genitori gay e lesbici non coniugati non hanno la stessa protezione che il matrimonio civile offre ai figli di coppie eterosessuali. I genitori adottivi gay e lesbici affrontano ulteriori ostacoli. Una persona che sia lesbica o gay viene spesso presunta inetta all'adozione in modo assoluto in molte giurisdizioni degli Stati Uniti. Inoltre, quando delle coppie non sposate compiono un'adozione, normalmente, solo uno dei genitori riceve dei diritti riconosciuti dalla legge, mentre l'altro genitore non ha alcun ruolo giuridico. E questi ostacoli ci sono sebbene nessuna ricerca abbia mostrato che i figli adottati da persone lesbiche o gay siano meno ben adattati di coloro che sono allevati all'interno di relazioni eterosessuali.

Con l'invecchiamento della popolazione, il diniego del riconoscimento legale del matrimonio civile ha delle conseguenze spiacevoli per sempre più adulti anziani impegnati in relazioni omosessuali, che affrontano i problemi sanitari e finanziari dovuti all'età. Escludere questi adulti dalla protezione che il matrimonio civile offre in termini di diritti al coniuge superstite e di eredità, benefici finanziari e riconoscimento legale come coppia all'interno delle organizzazioni sanitarie accresce il peso psicologico dell'invecchiamento.

L'Associazione Psichiatrica Americana ha nel corso della sua storia sostenuto l'equità, la parità e la non discriminazione nelle questioni che hanno un'influenza sulla salute mentale. L'APA ha sostenuto inoltre le unioni civili tra persone del medesimo sesso ed il diritto delle coppie del medesimo sesso ad adottare ed ad allevare insieme i figli. Questo è perché l'APA ha un interesse di lunga data nei diritti civili e nelle questioni giuridiche che influenzano la salute mentale, nonché un codice deontologico che sostiene e rispetta la dignità umana. Educare il pubblico sui rapporti gay e lesbici e sostenere gli sforzi per stabilire il riconoscimento legale del matrimonio civile omosessuale è coerente con il sostegno che l'Associazione offre ai gruppi di minoranza.

Il matrimonio civile è associato con un unico insieme di benefici che forniscono protezione economica e legale agli adulti impegnati in una relazione ed ai loro figli. L'eguale accesso all'istituto del matrimonio civile è coerente con l'opposizione dell'APA alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale.

Pertanto sia sancito che:

"Nell'interesse del mantenere e promuovere la salute mentale, l'Associazione Psichiatrica Americana sostiene il riconoscimento legale del matrimonio civile omosessuale con tutti i diritti, benefici e responsabilità conferiti al matrimonio civile, e si oppone alle restrizioni ai medesimi diritti, benefici e responsabilità".

(unquote)

Vi dispenso dal lungo elenco di documenti precedenti sul medesimo tema - trovate bibliografia e link nel PDF originale che vi ho tradotto.

Non c'è modo quindi di giustificare scientificamente opinioni omofobe; ho accennato prima alle opinioni di alcuni bigotti, e se mi permettete di sparare alla Croce Rossa, ve ne cito una, anche se risale al 2007.

Secondo la pagina 9 di questo documento, il Cardinale Ruini ha detto che:

(quote)

Nel pieno e doveroso rispetto per la dignità ed i diritti di ogni persona, va però osservato che una simile rivendicazione [il riconoscimento legale delle unioni di fatto tra persone del medesimo sesso, NdR] contrasta con fondamentali dati antropologici e in particolare con la non esistenza del bene della generazione dei figli, che è la ragione specifica del riconoscimento sociale del matrimonio.

(unquote)

Inoltre, sempre nella stessa pagina, è scritto:

(quote)

Il riconoscimento legale delle unioni omosessuali toglie poi "ogni rilevanza alla mascolinità e alla femminilità della persona umana", con un deprezzamento della corporeità in conseguenza del quale l'uomo, "volendo emanciparsi dal suo corpo ... finisce per distruggere se stesso".

(unquote)

Esaminiamo la prima citazione, confrontandola con la presa di posizione dell'APA che vi ho tradotto.

Il Cardinal Ruini, a nome della Chiesa cattolica, mostra di ritenere che il matrimonio debba essere riconosciuto socialmente soltanto per i benefici che porta alla società; mentre l'APA sostiene che il riconoscimento sociale apporta notevoli benefici anche ai coniugi ed alla prole, e per questo tutte le coppie debbono poterlo ricevere.

Se solo questo fosse il dissenso, un dissenso tra un orientamento individualista ed uno collettivista, sarebbe un dissenso radicale ma non conflittuale, in quanto è evidente che il matrimonio civile beneficia sia gli interessati che la società - una differenza di accento, insomma.

Ma quando il Cardinal Ruini allude a "fondamentali dati antropologici", lui si fa portatore di una concezione della natura umana, e delle esigenze delle persone, che è in conflitto con quella che l'APA esprime a nome della migliore scienza psicologica e medica attualmente disponibile.

L'APA si guarda bene dall'entrare in conflitto con le comunità religiose scrutando i loro dogmi al microscopio, ma il Cardinal Ruini, proponendo al legislatore italiano di fare propria la sua visione, scatena lui il conflitto imponendogli di scegliere tra la fede e la scienza.

Non credo che sia necessario dirvi la mia scelta, e che credo sia quella che dovrebbe far propria uno stato laico.

Nella seconda citazione Ruini (o colui che cita a sua volta, alias B16) fa molta confusione. Vediamo di chiarirla cominciando da queste definizioni:

- Sesso cromosomico: l'assetto dei cromosomi sessuali;

- Sesso anatomico: l'avere un apparato riproduttivo maschile o femminile (non sempre il sesso anatomico e quello cromosomico coincidono);

- Genere: rappresentazione psicologica che una persona si fa della mascolinità e della femminilità; come in molti costrutti psicologici, l'educazione e la cultura hanno una parte non inferiore a quella del dato anatomico;

- Ruolo di genere: l'insieme dei comportamenti ritenuti consoni al genere maschile o femminile;

- Ruolo sessuale: l'insieme dei comportamenti che ognuno dei due generi mette in atto ai fini del corteggiamento, della costruzione della coppia, del rapporto sessuale, dell'eventuale riproduzione ed accudimento della prole;

- Identità di genere: ritenersi appartenenti al genere maschile o femminile;

- Disturbo dell'identità di genere: non coincidenza tra l'identità di genere ed il sesso anatomico;

- Orientamento sessuale: sentirsi attratti verso persone di un sesso, dell'altro o di entrambi; esso è indipendente dall'identità di genere.

In tutte le persone occorre mantenere distinti questi concetti, ed il perché lo si capisce se si pensa che (mi scuso per la brutalità) ci sono meno differenze tra gli organi sessuali delle persone di quante ce ne siano nelle loro concezioni del genere maschile o femminile.

Non esistono quasi persone che, compiuti i diciotto mesi di vita, ignorino le differenze di genere e di sesso e la loro importanza - le poche che le negano ricevono una diagnosi psichiatrica abbastanza infausta, e non val la pena discuterne qui.

Se Ruini e B16 temono che il riconoscimento legale delle unioni omosessuali faccia perdere coscienza di queste differenze, possono tranquillizzarsi: è come temere che una persona possa dimenticarsi di respirare!

Oltretutto, contrariamente a quello che molti pensano, i gay hanno un'identità di genere maschile e le lesbiche un'identità di genere femminile; chi invece ha un'identità di genere contrastante con il proprio sesso anatomico non viene ritenuto omosessuale, ma transessuale.

Gli autori del libro accolgono pienamente il discorso medico, per il quale il transessualismo è una patologia, da chiamarsi ora "disturbo di identità di genere", la cui cura estrema (allineare chirurgicamente il proprio sesso alla propria identità di genere) non è concepita dal legislatore e dall'establishment medico come una facoltà ma come una terapia per pochi scelti casi.

Le persone transessuali contestano questa patologizzazione, e vorrebbero che la rettificazione del sesso fosse ottenibile con la stessa facilità della plastica al naso, ma non contestano il nocciolo del mio discorso: un'identità di genere in conflitto aperto con il proprio sesso anatomico qualifica una persona come trans e non come omo.

Non sono gli omosessuali, la loro presenza, ed i riconoscimenti sociali alla loro condizione ad indebolire le identità di genere, così come non le ha indebolite l'ingresso delle donne del mondo del lavoro e la concessione del diritto di voto; e non sono certo i gay e le lesbiche ad ignorare quanto sia importante la corporeità.

Quasi tutte le persone che hanno questi timori (e temo sia anche il caso di Ruini e B16) vorrebbero vivere in un mondo ideale in cui genere, sesso ed orientamento sessuale sono legati molto più strettamente di quanto non accada in realtà, ed in cui le persone vivano i loro ruoli sociali in modo molto più stereotipico. Per nostra fortuna, non è così.

Tra parentesi, il libro che ho citato dedica un lungo e feroce capitolo contro i terapeuti che si propongono di cambiare l'orientamento sessuale delle persone. La cosa più gentile che viene scritta è che le teorie di questi terapeuti sono contraddittorie; meno gentile è insistere sul fatto che nessuna ricerca seria ha confermato l'efficacia delle terapie proposte; micidiale è dire che queste terapie violano i codici deontologici che impongono di non nuocere al paziente anche se è lui a chiederlo :-)

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