mercoledì 10 marzo 2010

Strategie evolutive stabili e religioni

Nel film "A Beautiful Mind" si narra la storia del matematico americano John Nash, che nel 1950 dimostrò un teorema con il suo nome diventato uno dei pilastri della teoria dei giochi.

Da quel teorema il biologo John Maynard Smith trasse nel 1973 la nozione di "strategia evolutiva stabile", che si può riassumere così: una strategia è evolutivamente stabile se due giocatori che la praticano, quando giocano insieme, ottengono un tornaconto almeno pari a quello che ottengono giocando con giocatori che praticano altre strategie.

Una spiegazione ancora più semplice vale quando non ci sono punti da totalizzare, ma l'alternativa è tra vittoria, sconfitta e pareggio: chi gioca con una strategia evolutivamente stabile nel peggiore dei casi pareggia, ma non viene mai sconfitto.

Questo significa che le strategie evolutive stabili tendono a diffondersi tra tutti i partecipanti ad un "gioco"; e se le strategie evolutive stabili sono più di una, possono nascere dei "campionati" distinti dalle diverse strategie evolutive stabili adottate dai giocatori.

Un esempio semplice è la mano da tenere durante la guida: chi guida a destra preferisce che tutti tengano la destra come lui; e se incontra uno che guida contromano, rischia un frontale. Idem per chi tiene la sinistra.

Tenere la destra o la sinistra sono due strategie evolutive stabili, che però sono incompatibili tra loro - e perciò ci sono paesi che impongono di guidare a destra ed altri che impongono di guidare a sinistra.

Non in tutti i "giochi" ci sono strategie evolutive stabili (un esempio comune è la morra cinese, detta anche "carta, forbice, sasso"), e l'introduzione di una nuova strategia può togliere ad altre la qualifica di "evolutivamente stabili".

Prima ho mostrato che anche la mano da tenere nella guida può essere considerata la strategia di un gioco; anche le religioni, intese come insiemi di norme, sono strategie di un gioco.

(continua)

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