martedì 16 marzo 2010

La cultura ci fa ricchi

http://uninews.unicredit.it/it/articoli/page.php?id=12097


Come ho scritto altrove, l'unico modo di combattere razzismo e familismo (che sono in Italia due facce della stessa medaglia) è favorire lo sviluppo dell'economia della conoscenza - perché i "memi" non sono ereditabili, e soltanto il talento aiuta a farne buon uso.

La pagina web che cito presenta un'iniziativa del gruppo Unicredit dal titolo significativo "La cultura ci fa ricchi", che spinge in questa direzione; ed a leggere la pagina, tutta la cultura ha questa potenzialità, non solo quella "di consumo".

Un pregiudizio che in Italia è nato con il regime fascista, e che non è stato ancora abbandonato, è che la ricerca debba essere divisa in "pura" ed "applicata", termini che però nella mente di molti significano "sprecona" e "rimunerativa".

Il problema è che la ricerca è come l'amore: non puoi predeterminarli. Quella che sembra al suo nascere una "masturbazione intellettuale" può rivelarsi uno strumento potente per capire il mondo, delle idee o della natura, specialmente se viene lasciata libera di intrecciare rapporti con altre teorie.

Ed a quel punto, spesso arriva la rimunerazione. Non è ovviamente garantita, ma i paesi che dedicano più risorse alla ricerca pura sono anche quelli in cui i progressi delle scienze applicate migliorano di più il tenore di vita dei loro abitanti.

Allo stesso modo, chi ha più amici ha normalmente una vita familiare migliore di chi ne ha di meno.

Quello che vale per la ricerca in particolare vale per la cultura in generale: la cultura arricchisce le persone e le nazioni soprattutto quando viene perseguita senza attendersi un ritorno economico immediato.

Certo, esistono persone che creano solo per guadagnare denaro, esattamente come ci sono persone che si sposano per denaro. Ma in quest'ultimo caso l'erroneità dell'atteggiamento è più evidente alla maggior parte delle persone.

Eppure sposarsi per denaro è frutto della stessa mentalità terragna che divide tutte le cose in utili, inutili e dannose, in ogni cosa (anche nell'orgasmo) vuol vedere il suo tornaconto, e vuole ora dirigere la cultura e la ricerca verso il guadagno come una volta voleva asservire i sentimenti all'accumulazione del patrimonio.

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