martedì 30 marzo 2010

Ad una ragazza che professa l'antipolitica

"Antipolitica" è chiamato il disprezzo assoluto per ogni forma di politica e di politici. Dopo uno scontro verbale con una ragazza con questo atteggiamento, le ho scritto una lettera che riporto quasi per intero (i riferimenti personali certo al pubblico non interessano).

(quote)

(...) Le dico che una delle mie signature preferite è questa frase attribuita a Groucho Marx: "Politics is the art of looking for trouble, misdiagnosing it, and applying the wrong remedies", ovvero: "La politica è l'arte di andare in cerca dei problemi, sbagliarne la diagnosi, ed adoperare i rimedi sbagliati".

Come lei vede, non ho un'opinione della politica molto migliore della sua, ma, come ho già detto, chi non si occupa di politica in prima persona lascia che siano gli altri a farlo - ed a proprio danno.

Un esempio che penso sia molto chiaro lo dà il mio palazzo: tutte le volte che mi dico che sono stanco e non vale la pena di andare all'assemblea di condominio, scopro il giorno dopo che i miei vicini hanno deciso delle spese che a me paiono inutili e che devo pagare comunque.

Meglio partecipare, dunque - almeno ho qualche probabilità che mi diano retta. E lo stesso vale per le elezioni a qualsiasi livello.

Un libro che potrei consigliarle, ma è piuttosto lungo, è "La società aperta e i suoi nemici" di Karl Popper, pubblicato in Italia da Armando.

Non intendo con questo convincerla a votare un partito piuttosto che un altro - anche perché Popper era un liberale, e quasi tutti i partiti italiani hanno ormai elementi di liberalismo nelle loro idee o nei loro programmi. Se legge il libro, la istruirà qualunque partito poi decida di votare od abbracciare.

Quello che vale la pena imparare del libro è che Popper ha voluto rovesciare il problema del potere: anziché chiedersi (come hanno fatto tutti i filosofi a partire almeno da Platone - senza scomodare la Bibbia) come fare in modo che al governo ci vada il migliore, occorre trovare invece il modo di cacciare i governanti incapaci o malvagi prima che facciano troppo danno - e magari senza ammazzarli.

Questa è la funzione della democrazia. Non c'è bisogno di avere un'ottima opinione della politica o dei politici per essere democratici, anzi. Ronald Reagan diceva che la politica è la seconda professione più antica del mondo, e somiglia tanto alla prima!

Le posso dire che all'interno di un partito politico (che è un ambiente molto competitivo) ognuno studia con molta attenzione i difetti dei propri compagni ed ha una memoria d'elefante per i loro errori. Chi dice che le donne sono pettegole e tramano nell'ombra non ha mai frequentato gli iscritti maschi ad un partito!

Allo stesso modo è bene che l'elettore tenga sempre d'occhio i politici di ambo i sessi che ha votato, per essere sicuro che non lo deludano, ed essere pronto a toglier loro la fiducia quando sbagliano.

Churchill diceva che la democrazia è il peggior sistema di governo - fatta eccezione per tutti gli altri. Mi piacerebbe che lei avesse questo atteggiamento verso la politica: non è per nulla entusiasmante (a meno che non si brami il potere), ma bisogna occuparsene in prima persona a scanso di guai.

E purtroppo, "eterna vigilanza è il prezzo della libertà", disse Wendell Phillips. Se lei conosce l'inglese, troverà molto interessante il brano completo che allego.

(unquote)

Il brano in questione è una voce del Dizionario Bartleby delle Citazioni; Wendell Philips era un abolizionista che tenne nel 1852 un discorso alla Società Antischiavistica del Massachussets dicendo, tra l'altro:

(quote)

Eterna vigilanza è il prezzo della libertà - ed il potere è rubare sempre dai tanti ai pochi (...). La mano a cui si affida il potere diventa (...) necessariamente la nemica del popolo. Solo con una continua sorveglianza si può impedire al democratico che ha una carica di indurirsi diventando un despota; solo con un'incessante agitazione un popolo può essere tenuto abbastanza attaccato ai principi da non lasciare che la libertà sia soffocata dalla prosperità materiale.

(unquote)

Come ho detto, non c'è bisogno di amare la politica per occuparsene.

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