martedì 4 agosto 2009

Leo Strauss Neged/Versus Tariq Ramadan

[1] http://www.bol.it/libri/riforma-radicale.-Islam/Tariq-Ramadan/ea978881702491/

[2] http://www.bol.it/libri/Essere-musulmano-europeo/Tariq-Ramadan/ea978888137040/

[3] http://www.archive.org/download/HeideggerAndStraussOnNietzscheAndModernity/Strauss-ModernitysThreeWaves.pdf

[4] http://www.bol.it/libri/Israele-eco-di-eternita/Abraham-Joshua-Heschel/ea978883990929/

Ho la pessima abitudine di recensire i libri prima di averli terminati, e quindi queste osservazioni sono solo provvisorie.

Tariq Ramadan in [1] riprende ed approfondisce il discorso già esposto in [2], e che si può riassumere in questo brano di [1], pagina 142:

(quote)

Darsi i mezzi di una riforma del cambiamento, di un'etica anticipatrice che accompagna e integra l'evoluzione dei saperi, richiede una revisione del dispositivo classico dei fondamenti del diritto e della giurisprudenza. Il primo prerequisito consiste nello stabilire chiaramente che essi non sono solo le fonti scritturali, ma anche il Libro dell'Universo e, insieme, tutte le scienze interessate a studiarlo e a migliorare l'azione degli esseri umani nei diversi ambiti e nei particolari contesti sociali. Quindi la classificazione che si limitava a stabilire una lista delle fonti del diritto (Corano, Sunna, ijma' [consenso], qiyas [analogia], 'urf [consuetudine], istihsan [preferenza giuridica], istislah [interesse pubblico], ecc.) attribuendo un posto quasi esclusivo ai rapporti con i testi (dato che il riferimento al costume e all'interesse comune erano considerati soprattutto dei supporti alla comprensione dei testi stessi), secondo noi deve essere rivista e riconsiderata alla luce delle moderne realtà. Su un piano prettamente teorico, e fondamentale, abbiamo visto che l'Universo si impone all'intelligenza come un Libro, con delle regole, delle leggi, dei principi, una semantica, una grammatica e dei segni specifici e che, di fatto, come spesso suggerito dalla stessa Rivelazione, è necessario accostarsi ai due Libri in maniera speculare e complementare.

(unquote)

Non ho cominciato a leggere Tariq Ramadan per criticarlo, però una prima critica che gli si può rivolgere è che, se lui ha scritto due libri a distanza di nove anni ([1] è del 2008, [2] del 1999) che denunziano la medesima situazione con argomenti molto simili e proponendo i medesimi rimedi, vuol dire che è assai improbabile che il mondo islamico si risollevi nell'arco di una generazione - con mio gran dispiacere.

Tariq Ramadan meriterebbe la cittadinanza italiana, visto che sembra destinato a condividere il destino dei molti intellettuali italiani che compiangono lo stato miserando del proprio paese senza poterci far nulla.

La seconda e più radicale critica si ispira al politologo ebreo Leo Strauss, di cui potete leggere in [3] il suo fondamentale saggio "Three Waves of Modernity".

Liofilizzando, Strauss dice che la filosofia (politica) moderna è iniziata con Machiavelli, il quale abbandona il presupposto del pensiero politico antico secondo cui l'uomo fa parte di un ordine naturale immutabile e giusto.

Basta dir questo per far capire che Leo Strauss classificherebbe il pensiero di Tariq Ramadan come "antico". Potremmo dire di più: l'obbiettivo di Tariq Ramadan si ritrova già, almeno a giudicare dall'Enciclopedia Garzanti della Filosofia, edizione 1983, nella Scolastica, sia europea che araba, che si era posta l'obbiettivo di superare la cesura tra le scienze del divino e quelle del secolo (rappresentate, in quell'epoca, da Arisototele).

Non mi pare una gran dimostrazione di modernità voler riprendere e completare il lavoro dei filosofi/falasifa del 12°-15° Secolo EV - e, se veramente è ciò di cui ha bisogno il mondo islamico, povero lui!

Oltretutto, Tariq Ramadan non si è probabilmente reso conto che il suo progetto si scontra con la cosiddetta "Legge di Hume": da una proposizione col verbo "essere" non si può dedurre una col verbo "dovere".

In una parola: dallo studio delle scienze non si possono dedurre principi etici. Il primo dei due Libri della Rivelazione secondo Tariq Ramadan, quello dell'Universo, si rivela quindi muto per il moralista ed il giurista.

Se Tariq Ramadan è convinto (insieme con alcuni filosofi morali occidentali) che è possibile smontare la "Ghigliottina di Hume", gli conviene farlo prima di portare avanti il suo progetto.

Vorrei concludere con una piccola digressione; citiamo Leo Strauss (terzo foglio di [3], pagina 86 del libro fotocopiato):

(quote)

Per giudicare correttamente le dottrine di Machiavelli, dobbiamo renderci conto che nel punto cruciale sono d'accordo la filosofia classica e la Bibbia, Atene e Gerusalemme, ad onta delle profonde differenze ed anche dell'antagonismo tra Atene e Gerusalemme. Secondo la Bibbia, l'uomo è creato ad immagine di Dio; riceve la sovranità su tutte le creature terrestri, ma non su tutto il creato; viene messo in un giardino perché lo lavori e lo custodisca; viene messo al suo posto; la rettitudine è l'obbedienza all'ordine divinamente costituito, così come nel pensiero classico la giustizia è l'adeguarsi all'ordine naturale; al riconoscimento del caso elusivo corrisponde il riconoscimento dell'imperscrutabile provvidenza.

(unquote)

Questo brano va confrontato con quest'altro a pagina 114 di [4]:

(quote)

Forse il significato del peccato del primo uomo consiste nel fatto che egli si è rivolto alla natura per conoscere il bene e il male. Ma il destino dell'uomo è imparare dalla storia il significato del bene e del male.

(unquote)

Se Abraham Joshua Heschel ha ragione, il pensiero ebraico non può essere considerato "antico" in nessuna sua fase, perché non è dalla natura che gli ebrei hanno voluto imparare a vivere.

Non so se Heschel e Strauss abbiano mai discusso il punto, e chi abbia prevalso - è però un punto molto interessante.

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